Lo sport “a ostacoli”

Tutte le persone adulte che,a vario livello e a vario titolo, si avvicinano al mondo dello sport dilettantistico, sanno perfettamente quali sono le difficoltà che si troveranno ad affrontare:riuscire a far interessare i ragazzi ad una qualsiasi disciplina che non preveda l’uso di I-phone,PC,tablet, play station, riuscire a convivere con una pletora di genitori convinti sia di essere comunque allenatori più bravi di quelli messi a disposizione dalle società,sia che il proprio fanciullo sia già un Tomba,un Messi,un Le Bron James,un Bolt incompreso.
Come se tutto ciò non bastasse si aggiungono tutta una serie di difficoltà ed ostacoli che quotidianamente una società,il suo presidente,autore di queste righe,ed i suoi collaboratori cercano di risolvere anche se non di loro stretta competenza. Chi scrive è da anni presidente della Servolana,società dilettantistica triestina di grande tradizione,con un numero di atleti tesserati attorno alle 200 unità. Quanto segue è solo un breve resoconto di fatti realmente accaduti nel corso di questi anni.
A Trieste purtroppo la realtà degli impianti sportivi (coperti) è grave; solo pochissime società sono anche proprietarie della palestra dove si allenano e giocano, tutte le altre dipendono dalla disponibilità dei pochissimi impianti esistenti,disponibilità che viene gestita nel miglior modo possibile da un’associazione. Peccato però che le “grane” ricadano tutte sulle società sportive. All’inizio dello scorso anno sportivo la Federazione Pallacanestro modificò le misure delle linee dei campi di gioco e,a causa di un ritardo nell’adeguamento dell’impianto dove la Servolana giocava, si fece domanda per giocare la prima giornata in un impianto già adeguato. Il Comune di Trieste rispose alle nostre sollecitazioni prima per bocca di un dirigente con la seguente frase “beh,portate i ragazzi a giocare a Monfalcone,se non vi va bene” poi dandoci la disponibilità dell’impianto richiesto solo un paio di giorni prima della partita. Chi pensate abbia pagato la multa comminata dalla Federazione Pallacanestro alla Servolana per “ritardata comunicazione della variazione di campo di gioco”?
Il recente decreto Balduzzi di fine 2012 ha disposto,anche se non ancora in modo chiaro e definitivo,l’obbligo da parte delle società sportive dilettantistiche e non,di dotarsi di defibrillatori sui campi di gioco. Ma se a causa della carenza di impianti di cui sopra, le nostre squadre giovanili si allenano in 5-6 palestre diverse, chi deve comprare i defibrillatori e quanti ne deve comprare? Chi deve garantire l’adeguata istruzione del personale deputato all’uso di tali presidi,e la presenza di questo personale all’interno delle palestre?
Esiste poi una grossa difficoltà nei rapporti intersocietari. La più importante realtà cestistica della nostra città,ci chiese di far partecipare un nostro atleta ad un torneo nelle fila di una sua squadra; poiché pochi giorni dopo si sarebbe tenuto il consiglio direttivo della Servolana,fu loro risposto di attendere qualche giorno. Ebbene in quell’intervallo i genitori del ragazzo vennero contattati,in 2 riprese, da un’allenatore e da uno dei massimi dirigenti dell’altra società,senza rispettare minimamente etica e correttezza sportiva. E’ ovvio che ad un ragazzino cui viene prospettata la possibilità di giocare con la maglia di una società di serie A, difficilmente la Servolana avrebbe dato parere negativo; ma poiché la manovra mirava a far approdare il prossimo anno il ragazzo nella società maggiore,forse un po’ più di delicatezza e di pazienza sarebbero state più indicate. Spesso si verifica che,quando ad una squadra giovanile viene tolto il giocatore più rappresentativo,la squadra stessa si sfascia con danni sia per la società di appartenenza sia per i ragazzini di quella squadra ed i loro genitori.
Mi dispiace per questo sfogo,ma dopo anni e anni di dedizione allo sport con il solo intento di coltivare una grande passione e di cercare di proporre ai nostri ragazzi qualcosa di alternativo allo stare a casa a bighellonare, e non certamente a scopro di lucro, veder inficiata la propria opera e quella dei propri insostituibili collaboratori(dirigenti e allenatori) fa venir voglia di rinunciare.

Il presidente dell’USD Servolana
Dott. Edoardo Covaz

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